Effetto Hawthorne sul lavoro: com'è nato il fenomeno? 1

Sul posto di lavoro è frequente il caso in cui le persone si sentono più motivate quando ricevono attenzione e considerazione. Se questa attenzione deriva dal semplice fatto di essere osservati entra in gioco l’effetto Hawthorne, un fenomeno che da quasi un secolo affascina studiosi, psicologi e manager d’impresa. In questo articolo facciamo luce sulla nascita del fenomeno, sulle conseguenze dal punto di vita professionale e sulle modalità di intervento per attenzionarlo.

Cos’è l’effetto Hawthorne

L'effetto Hawthorne è un insieme di variazioni di uno specifico comportamento come effetto della presenza di osservatori mentre si esegue un'azione. Il termine nasce negli anni Venti del Novecento, durante una serie di studi condotti negli stabilimenti della Western Electric Hawthorne Works a Chicago. I ricercatori, tra cui Elton Mayo e Fritz Roethlisberger, volevano analizzare come diversi fattori ambientali, quali l’illuminazione o la durata delle pause, influenzassero la produttività. Il risultato fu sorprendente: la produttività cresceva non tanto per i cambiamenti ambientali, ma per la consapevolezza di essere parte di un esperimento. Questo spostò l’attenzione dagli aspetti tecnici e materiali a quelli relazionali e psicologici, dando origine a un nuovo modo di intendere la gestione del lavoro. L’effetto Hawthorne è infatti un fenomeno che viene trattato soprattutto nel campo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Questo ramo di psicologia è una materia immancabile in molteplici corsi universitari, come ad esempio quello della laurea magistrale in psicologia, che ovviamente si può conseguire anche online grazie alle università telematiche come l'ateneo Niccolò Cusano, e che permette di gestire il fenomeno – appunto – dal punto di vista psicologico.

Quali sono le conseguenze in ambito professionale

Le conseguenze di questo fenomeno sono numerose e tuttora visibili nei contesti organizzativi. In primo luogo, l’effetto Hawthorne dimostra che l’attenzione e il riconoscimento possono incrementare la produttività, anche senza modifiche strutturali. Quando un dipendente percepisce interesse verso il proprio ruolo, tende a impegnarsi di più e a mostrare maggiore soddisfazione lavorativa. È una dinamica che porta a benefici immediati, soprattutto in termini di motivazione e senso di appartenenza. Gli studi hanno messo in luce però anche dei dati più problematici. L’osservazione costante può generare ansia da prestazione e stress, rischiando di ridurre la qualità del lavoro nel lungo periodo. Questo fenomeno inoltre rende più complicato misurare con precisione la performance: i miglioramenti osservati potrebbero non derivare da un reale cambiamento delle condizioni, ma solo dall’“effetto osservazione”.

Le professioni che intervengono sull’effetto Hawthorne

Oggi diverse figure professionali si occupano di gestire le implicazioni di questo fenomeno, anche perché rientra in un più ampio interesse verso il benessere aziendale. Secondo uno studio Eudaimon Censis, l'80% dei professionisti richiede un impegno maggiore per il benessere psicofisico, rinunciando anche ad aumenti di stipendio. In azienda diventa quindi necessario l'intervento di diverse professionalità per garantire il welfare. Gli psicologi del lavoro e delle organizzazioni progettano interventi che bilanciano motivazione e benessere, creando ambienti collaborativi e inclusivi. I responsabili delle risorse umane adottano strategie di feedback e comunicazione empatica. I consulenti organizzativi e dei team coach aiutano a sviluppare gruppi coesi e a migliorare le relazioni interne. Ricercatori e i professionisti del change management devono infine considerare l’effetto Hawthorne quando progettano studi o introducono nuove pratiche in azienda, per evitare distorsioni nei risultati e garantire processi di cambiamento autentici. In conclusione, l’Effetto Hawthorne dimostra quanto la motivazione e l’attenzione verso i dipendenti influenzino la produttività. Comprendere questo fenomeno aiuta le aziende a migliorare clima, engagement e performance. Investire nella comunicazione interna e nel benessere organizzativo non è solo una scelta etica, ma una strategia efficace per aumentare i risultati e favorire un ambiente di lavoro più umano e sostenibile.